Lo Spettacolo
L’Associazione Folklorica “Città di Matelica” nelle sue esibizioni propone uno spaccato del mondo contadino, portando sul palco scene di vita delle campagne matelicesi.
Lo spettacolo è il frutto di attente ricerche fatte in archivi storici pubblici e privati, nonché di testimonianze arrivate fino a noi da coloro che hanno vissuto in quel periodo, fatto di valori ormai irreversibilmente trasformatisi. I balli ed i canti sono la riproposizione scenica di quello che succedeva nelle aie durante i periodi delle raccolte come la mietitura o la scartocciatura: momenti di festa ed occasioni nelle quali ci si incontrava e si potevano fare nuove conoscenze.
I nostri spettacoli possono durare dai 15 ai 90 minuti, a seconda delle esigenze, alternando canti e balli eseguiti su musiche suonate dal vivo e con strumenti tipici, a canti in dialetto marchigiano (stornelli a dispetto).
Le testimonianze orali sono state l’unico mezzo che ha permesso all’Associazione di realizzare uno spettacolo fedele a quelle che erano le tradizioni di un tempo, in quanto non esiste documentazione scritta al riguardo.
La nostra regione, che per secoli ha fatto parte dello Stato Pontificio, ha una ricca tradizione di musica religiosa, a discapito della musica popolare che si è sviluppata solo tra la gente più semplice, senza cultura musicale, con l’ausilio di strumenti artigianali, costruiti con materiali poveri e di uso comune, come ad esempio il corno, il triangolo, il cerchio e il cembalo. La parte melodica era affidata all’organetto diatonico, nato nelle Marche all’inizio del 1800, cui si è in seguito aggiunta la fisarmonica. Gli strumenti erano suonati ‘ad orecchio’, senza spartiti musicali; questo determinava una differenza di interpretazione delle musiche anche tra zone relativamente vicine tra di loro.
Il ballo marchigiano più conosciuto che ci identifica nel mondo, è senza dubbio, il Saltarello. È un ballo di corteggiamento in uso fin dal sedicesimo secolo, che veniva eseguito principalmente nelle aie durante i periodi delle raccolte, come la ‘scartocciatura’ o la mietitura. Sulle vivaci note dell’organetto i ballerini si esibivano in un’originale gara con passi e piroette per mostrare la propria bravura e abilità nel ballo, allo scopo di attirare l’attenzione delle ragazze.
Nei primi giorni dell’anno, nella notte tra il 5 e il 6 Gennaio è ancora consuetudine girare per le campagne andando di casa in casa e intonando la Pasquella, canto di questua tipico dell’alto maceratese di remota origine.
Le famiglie che avevano figlie da maritare invitavano nelle proprie case i canterini e i suonatori della Pasquella per farli incontrare e conoscere, con la speranza di combinare un eventuale matrimonio. La Pasquella è ora presentata dall’Associazione con le musiche e i canti antichi, coreografata da un ballo che produce l’incontro tra i giovani.
I festeggiamenti per l’abbondanza dei raccolti, principale motivo di allegria e di incontro tra i contadini, li ritroviamo in balli di ringraziamento, quali ad esempio il Pirulì e il Ballo in 12.
Il PIRULÌ, antico ballo popolare predecessore della raspa è caratterizzato dal variare di ritmo tra il ritornello e la strofa , e reso ancor più gioioso dal canto che lo accompagna.
Il BALLO IN 12 è il ballo che veniva tradizionalmente eseguito nelle aie durante il periodo della trebbiatura. La semplicità della musica e il ritmo crescente stanno a testimoniare la vivacità e l’allegria della gente che viveva nelle campagne nella metà dell’ 800. Questo ballo può avere la versione ridotta del ballo in 3 coppie (ballo in 6).
La FIERA DI MONTEGALLO, danza tipica marchigiana in uso nella metà del 1800, è accompagnata da un canto che narra la storia di un padre che vuole portare la figlia, in età da marito, alla fiera in un paese vicino, con la speranza che possa incontrare un giovanotto e poterla maritare, ma la ragazza sa’ che senza dote sarà difficile trovare marito.. e con la scusa di non avere l’abito adatto, riesce ad ottenere dal padre un vestito nuovo per l’occasione.
La QUADRIGLIA è un ballo che anticamente veniva eseguito nei salotti aristocratici e che poi verso la fine dell’800 fu portato anche nelle aie dei contadini. Il ballo è comandato dal ragazzo più intraprendente, perché riesce ad eliminare tutti i suoi concorrenti ed a scegliere per se la ragazza più bella.
La MONTAGNOLA è un ballo accompagnato dal canto, racconta la storia di un pescatore che dal mare va verso la montagna a cercare moglie ma le ragazze lo rifiutano perché non si fidano di una persona così tanto diversa da loro.